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Le Biancane

Dante Alighieri, libro sesto delle Rime:

"...versan le vene le fummifere acque
per li vapor che la terra ha nel ventre,
che d'abisso li tira suso in alto"



IL PARCO DELLE BIANCANE E' SEMPRE APERTO E GRATUITO. E' POSSIBILE VISITARE IL PARCO CON L'AUSILIO DI AUDIOGUIDE NOLEGGIABILI PRESSO IL MUSEO MUBIA.

ACCEDI AL SITO DEL MUSEO MUBIA

 

CONTATTI: E-MAIL: portadelparco@comune.monterotondomarittimo.gr.it

 

La denominazione "biancane" è un toponimo ricorrente in Toscana, indica località in cui affiorano, in larghe aree, rocce o minerali di colore dominante bianco, che contrastano con i circostante verde dei boschi o delle coltivazioni agricole.
Infatti, oltre alle Biancane di Monterotondo, così denominate a causa di vasti affioramenti di diaspri completamente sbiancati dai fluidi geotermici, sono note con il nome di Biancane anche le "crete senesi", costituite da grandi cumuli di argille plioceniche marine, la cui superficie è bianca per la presenza di estese efflorescenze cristalline di un minerale, la thenardite (solfato di sodio).


Alle Biancane di Monterotondo Marittimo, nei vapori ad alta temperatura, oltre a numerosi altri gas, viene emesso in discreta quantità l' idrogeno solforato (o acido solfidrico). I vapori chimicamente aggressivi reagiscono con le rocce attraversate, lisciviandole e alterando i minerali di cui sono composte, così i Diaspri normalmente di colore rosso vivo, per la presenza di ossidi di ferro, diventano bianchissimi poichè perdono tutti gli ossidi di ferro che contengono, asportati dai fluidi geotermici. Diversa è la trasformazione del carbonato di calcio di cui sono composti i calcari, che reagendo con l'acido solfidrico si trasforma in gesso (solfato di calcio); mentre le arenarie (Macigno toscano) e la Scaglia lisciviate, si trasformano in argille plastiche se bagnate, ricche di caolinite e alunite e altri solfati come l'alunogeno.
Alle Biancane, a differenza di quanto accade nel resto della zona geotermica della Toscana centro meridionale eccetto alcune piccole aree localizzate, i fluidi geotermici, surriscaldati presenti nel sottosuolo (aventi temperature, che a basse profondità, superano i 200° C e in superficie fino a 115° C), non trovandosi confinati da alcuna copertura impermeabile, possono raggiungere la superficie dando luogo a vistose manifestazioni endogene naturali, rendendo questa località estremamente interessante e affascinante per i fenomeni che qui, come in nessuna altra località si possono diffusamente e vistosamente osservare.

Delle manifestazioni geotermiche superficiali esiste una precisa nomenclatura:

- Soffioni (localmente detti anche fumacchi): getti di vapore dal terreno asciutto.
- Bulicam: piccole depressioni del terreno entro cui si raccolgono, acque geotermiche e fango, in continuo ribollimento a causa dei gas endogeni emessi dalla sorgente che li alimenta.
- Putizze: emanazioni di vapori con prevalenza di gas idrogeno solforato, caratterizzato dall'odore di uova marce, da cui la denominazione.
- Mofete: emanazioni di gas, soprattutto anidride carbonica, possono essere secche o in depressioni con acqua gorgogliante. Molto pericolose soprattutto se occupano profonde depressioni.
- Lagoni: depressioni del terreno in cui si raccolgono spontaneamente le acque geotermiche portate dalla sorgenti che li alimenta, ricche di minerali disciolti. Vengono alimentati anche dalle acque meteoriche. Spesso la presenza di gas nella sorgente d'acqua geotermica, provoca gorgoglii ed evidenti getti e sbuffi di acqua e vapore che se violenti possono scagliare brandelli di fanghi bollenti a decine di metri di distanza.

COME RAGGIUNGERE IL PARCO DELLE BIANCANE, PERCORSO NATURALISTICO

Il percorso naturalistico di Monterotondo M.mo, denominato “Le Biancane” attraversa aree in cui hanno sede numerose manifestazioni geotermiche naturali, è compresa nell'area anche la zona industriale storica, dove, sino dai primi dell’ottocento si estraeva acido borico dalle acque termali sorgive. Per recarsi alle Biancane, giunti a Monterotondo, si deve svoltare nella strada che conduce al villaggio dei Lagoni, l’incrocio da dove si origina la strada è situato sulla strada provinciale per Suvereto posto a circa 150 metri dalla piazza, in direzione di Suvereto, seguendo le indicazioni per il “Parco delle Biancane”. Imboccata la strada, dopo un centinaio di metri già si notano nel muro di contenimento sulla destra, evidenti fuoriuscite di vapori. Ad una osservazione più attenta si può constatare che alcune pietre calcaree del muretto sono profondamente corrose dai vapori che si sono creati un varco per uscire in superficie, intorno alle bocche di uscita dei vapori si possono osservare consistenti depositi di efflorescenze micro-cristalline di colore bianco grigiastro costitute principalmente da gesso e da solfati di varia composizione. Proseguendo per un centinaio di metri ci troviamo di fronte al “Lagone Cerchiaio”,ne resta una struttura muraria rettangolare, con una lapide che ricorda dove si è originata verso la seconda metà del '700 la grande avventura industriale della scoperta e dell'estrazione dell'acido borico. Proprio l'antico lagone Cerchiaio rappresenta il punto di partenza del percorso, dalla parte opposta della strada possiamo ammirare i vecchi lavatoi, caratteristici per i mattoni ottagonali con cui sono costruiti, questi provenivano dalla storia fornace di Vecchienne, nella costruzione realizzata alla meta’ degli anni “30 del '900 voluta dal Ministro Giovanni Bestini. Proseguendo si imbocca la strada asfaltata, in salita, che si trova sulla destra del lagone seguendo l'indicazione "MUBIA", la strada conduce alla vecchia centrale ENEL , (oggi Museo Mubia e centro di accoglienza per i visitatori) e all'inizio del sentiero di visita del Parco delle Biancane. Giunti al piazzale antistante il Museo, sulla sinistra dello stesso è visibile un basso edificio che ospita le apparecchiature per il Teleriscaldamento delle case e per le attività agricole e industriali di Monterotondo Marittimo. Oppure si può proseguire il percorso, imboccando la strada in salita, situata sulla sinistra dell'edificio del Museo. Questa strada porta al piazzale sovrastante, da cui ha origine il tracciato pedonale turistico che percorre tutto il Parco delle Biancane (area sud e area nord).

IL MUBIA Geomuseo delle Biancane

Gli ospiti possono a questo punto visitare il Museo multimediale MUBIA dove proveranno l'emozione di un viaggio virtuale nelle profondità della Terra alla scoperta dei fenomeni geotermici e cimentarsi in una delle numerose postazioni interattive di approfondimento, dove giocando si apprendono informazioni interessanti sulla geologia e la geotermia. Una fantastica GeoNave permette di viaggiare fino a 7 km di profondità alla scoperta delle meraviglie del sottosuolo delle Biancane.

Percorsi circa 100 metri dopo il Museo, sulla destra, si può osservare un muro di pietra molto alto, esso rappresenta uno dei tanti resti ormai degni di "archelogia industriale", testimonianza della fiorente attività di estrazione dell'acido borico. (Nel 1777 Uberto Francesco Hoefer scoprì, nel Lagone Cerchiaio di Monterotondo, l’acido borico chiamato “sale sedativo di Homberg” utile in farmacia per la cura delle malattie degli occhi. Fino a quel momento l’acido borico veniva importato via terra dalla Persia, India e Cina in una miscela detta tinkal e questa scoperta incise in maniera determinante sull’abbattimento dei costi di mercato di questa sostanza). Infatti un tempo quest'area era disseminata di manufatti per la regimazione delle acque e vasche per la raccolta minuziosa delle acque boriche che percolavano dalle sorgenti presenti all'epoca nel versante, una volta convogliate e raccolte venivano avviate ai lagoni dove avveniva il processo di evaporazione e precipitazione dei cristalli di acido borico (sassolite). Sul muro, costruito con conci di calcare, sono presenti, oltre a efflorescenze cristalline bianchissime di solfati di ammonio, dei grossi aggregati microcristallini di gesso bianco-grigiastri, frutto della reazione del carbonato di calcio con l'acido solfidrico. Giunti al piazzale si potranno osservare gli impianti industriali (valvole, pozzi, vapordotti) dei pozzi geotermici che portano il vapore alla centrale geotermoelettrica di Monterotondo ed alcuni cartelloni informativi turistici, dal piazzale inizia il percorso a scalinata della parte sud del Parco. Dopo poche decine di metri si trova un piccolo terrazzamento dove si vede scorrere, in una canalina artigianale fatta di coppi rovesciati e sovrapposti, l’acqua proveniente dalla sorgente “Chiorba” che sgorga da un breve cunicolo situato una decina di metri più a monte. L'acqua della sorgente ha una temperatura all'uscita di circa 50°C, una volta fatta scorrere per permettere al contenuto minerale di sedimentarsi e raffreddarsi, viene usata localmente, per irrigare gli orti situati più a valle.

Il percorso prosegue in salita, qui il visitatore è praticamente circondato da sbuffi di vapore, soffioni rumorosi ad alta pressione e temperature fino a 115°C, creando uno spettacolo unico e quasi surreale, in una di queste sorgenti, particolarmente calda, le guide ambientali fanno spesso una coinvolgente dimostrazione di come si possa fare il "caffè geotermico" o cuocere un "uovo alla coque geotermico" sfruttando il calore della terra. Proseguendo lungo il sentiero, ben tabellato e delimitato da corde di sicurezza, si arriva ad un terrazzamento dove, proprio sotto i nostri occhi, si mostra, entro il suo inquietante cratere tronco-conico, di alcuni metri di diametro e profondo almeno 5 metri, il grosso “Lagone” attivo, al suo centro, l'acqua fangosa è in perpetuo gorgoglio per effetto dei gas provenienti dal sottosuolo e, ogni tanto, una piccola eruzione più forte del solito, scaglia l'acqua fangosa all'intorno, generando e accrescendo quell'aureola grigiastra d'argilla che corona il perimetro del lagone.

Dopo la visita al lagone, il visitatore può raggiungere in pochi minuti la parte nord delle “Biancane” tramite un sentiero in ripida salita, opportunamente segnalato e delimitato, alla sua destra lungo la salita si possono osservare vari tipi di rocce e manifestazioni geotermiche fino a raggiungere la strada sterrata che separa la parte sud delle Biancane da quella nord. Giunti alla strada si svolta a destra e, proseguendo per poche decine di metri si può imboccare un breve tratto di sentiero in discesa che porta ad un punto panoramico, da qui si risale e si arriva al piazzale della vecchia cava di diaspro. La seconda parte della visita prevede di percorrere l'area nord del Parco, mediante un tracciato ad anello che si diparte pochi metri prima del piazzale della cava di diaspro, il sentiero è percorribile in circa 40 minuti osservando con calma le manifestazioni geotermiche circostanti; esso segue il perimetro dell'area nord dove più sono intense e maestose le emissioni di vapori e gas geotermici. Il sentiero e’ accessibile a tutti essendo facile, non molto acclive e ben segnalato e delimitato. Qui possiamo vedere da vicino il motivo per cui le Biancane sono state così denominate, davanti a noi si presentano delle estese aree dove affiorano rocce bianchissime (diaspri lisciviati) abbaglianti al sole, interrotte qua e la da larghe aree color ocra o nerastre punteggiate da piccoli spot di un vivace colore giallo canarino intenso costituiti da un tappeto di cristalli di zolfo nativo. I diaspri lisciviati sono composti solo da quarzo purissimo tant'è che in passato questa roccia è stata coltivata per la produzione di vetri speciali, segni della vecchia cava di diaspro costituiti da fronti di scavo, tracciati di strade e il vasto piazzale, sono evidenti all'inizio del sentiero di visita. Poche decine di metri oltre l'inizio del sentiero dell'area nord si incontra un altro punto panoramico posto a stretto contatto con alcune vistose manifestazioni endogene situate pochi metri più sotto, da qui, nelle giornate limpide, si vede la costa tirrenica per un grande tratto, spaziando da Baratti, Piombino, fino a Punta Ala e all'Argentario; l'isola d'Elba è in primo piano, con l'inconfondibile profilo seghettato del Monte Capanne e le sue piccole isole, mentre l'Isola di Montecristo si trova lontana all'orizzonte, al centro di questo meraviglioso quadro naturale. Spesso sono anche visibili alle spalle dell'Elba, le alte montagne della Corsica riconoscibili d'inverno perchè innevate. Intorno a noi, a corona di questa brulla area, estesi boschi e una bellissima campagna ricca di oliveti e vigneti.

Proseguendo il cammino possiamo osservare soggetti geotermici interessanti e affascinanti: vapori che escono dalle fenditure delle rocce, concrezioni cristalline di vari colori costituite da minerali portati dai vapori o generati per reazione con le rocce circostanti, piccole polle di acqua bollente che scorga dal terreno, rumori e sibili, insomma una atmosfera da inferno dantesco; aree di terreno colorate che vanno da un ocra intenso ad un giallo senape e le immancabili estese aree di un bianco puro accecante che dominano il paesaggio. Altri due punti panoramici e aree di sosta con panchine sono dislocati lungo il percorso.

G.R.S.N.A
Gruppo Ricerca Storica Naturalistica Ambientale


www.mubia.it


Riferimenti

PORTA DEL PARCO MONTEROTONDO MARITTIMO

Via del Poggiarello 1
Tel. 335 1017368
portadelparco@comune.monterotondomarittimo.gr.it
altro punto INFO presso il Mubia
www.mubia.it


DIREZIONE PARCO

Dr Alessandra Casini - Direttore
Parco Nazionale delle Colline Metallifere - Tuscan Mining Geopark
European & Global Geopark Under the Auspices of UNESCO
Piazzale Livello +240 - Pozzo Impero
58023 Gavorrano Tuscany
ITALY
Tel e Fax +39 0566 844247
Mob +39 3204281704
Mob +39 3494279743
www.parcocollinemetallifere.it
parcominerario@comune.gavorrano.gr.it



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