Ambiente
Mappa territorio
Limiti di confine e superficie del Comune di Monterotondo M. (102 KM²)
Tra ruderi medievali, geyser e soffioni boraciferi, un piccolo angolo di paradiso ancora inesplorato
Sperduto nelle Colline Metallifere, nascosto tra boschi di castagni, esiste un piccolo angolo di paradiso ancora inesplorato. Monterotondo Marittimo è un tipico borgo medievale e il suo nome, Mons Ritundus, deriva dalla forma conica del colle sul quale è situato. Il territorio di questo comune segna il punto di intersezione di tre province diverse: Pisa, Livorno e Grosseto.
Il paese conserva i ruderi dell'antico castello, la Rocca degli Alberti, risalente al XII secolo. Visitando queste rovine e addentrandosi nei pittoreschi vicoli del centro storico, si respira ancora quella lontana atmosfera medievale. Anche il circondario offre numerose attrattive: la deliziosa chiesetta romanica di S. Croce, costruita dai frati sulla sommità di un'altura nel XIII secolo; il coevo Castello minerario di Cugnano, sito archeologico di grande importanza; le rovine dei Bagni del Re Porsenna, popolare centro termale durante l'VIII secolo; il Santuario della Madonna del Frassine, meta di pellegrinaggio di notevole richiamo.
La vera ricchezza che distingue Monterotondo Marittimo dagli altri borghi medievali della Toscana consiste in un paesaggio unico al mondo, che esercita sul visitatore un fascino particolare, sorprendendolo con uno spettacolo di rara bellezza.
Appena fuori dal paese si trova il Parco delle Biancane dove, grazie ad un percorso guidato è possibile ripercorrere le tappe della storia della geotermia.
Nella parte inferiore del Parco si possono osservare da vicino un Lagone naturale in piena attività e la Sorgente di Chiorba, dove l'acqua, proveniente dalle profondità della terra, sgorga ad altissima temperatura.
Da qui, seguendo il sentiero che si inerpica sul monte, si raggiunge la parte superiore del Parco: Le Biancane.
Il terreno emana calore, l'aria è impregnata di zolfo, colonne di vapore si dissolvono nell'aria e lo sguardo è attratto dai colori insoliti delle rocce e della vegetazione. Proseguendo la passeggiata si assiste a fenomeni stupefacenti come le solfatare, le fumarole, i geyser, le mofete e i soffioni boraciferi.
Certificazioni ambientali
Il percorso della certificazione Ambientale del Comune di Monterotondo Marittimo
Nell’ottobre 2002 il Comune di Monterotondo Marittimo ha avviato, con il supporto del Co.Svi.G. (consorzio per lo sviluppo geotermico), un progetto per la certificazione ambientale delle attività comunali secondo la norma UNI EN ISO 14001.
Le attività conseguenti all’implementazione del sistema di gestione ambientale e all’impegno al rispetto di tutte le normative vigenti in campo ambientale hanno comportato un grosso sforzo organizzativo e investimenti ingenti da parte dell’amministrazione comunale, che ha dimostrato il massimo impegno ed attenzione verso le problematiche ambientali, tanto che il progetto è stato portato a termine nel dicembre 2005 quando il Comune ha ottenuto la certificazione del sistema di gestione ambientale rilasciata dall’ente di certificazione Rina S.p.A. con sede a Genova.
Nel frattempo, nel settembre 2005 era stato avviato in parallelo il progetto per la registrazione del sito secondo il regolamento CE 761/2001 – EMAS II, al fine di dare maggior risalto alle prestazioni ambientali del Comune e di implementare e amplificare il coinvolgimento della popolazione e di tutte le altre parti interessate.
L’Ente prescelto per la convalida della Dichiarazione Ambientale e dei suoi aggiornamenti è la società Rina S.p.A., accreditata presso il Comitato per l’Ecolabel e l’Ecoaudit Sezione EMAS Italia con sede a Roma.
ISO 14001 E REGOLAMENTO EMAS
La norma UNI EN ISO 14001 del 1996, revisionata nel 2004, è uno strumento internazionale di carattere volontario che specifica i requisiti di un sistema di gestione ambientale.
Viene rilasciata da un organismo indipendente accreditato che verifica l’impegno concreto nel minimizzare l’impatto ambientale dei processi, prodotti e servizi, attestando con il marchio ISO 14001 l’affidabilità del SGA applicato.
Per tale motivo la serietà, la credibilità e la visibilità dell’ente di certificazione prescelto diventano un aspetto di fondamentale importanza.
EMAS è l’acronimo di Enivironmental Management and Audit Scheme, ovvero un sistema comunitario di ecogestione e audit ambientale. Il nuovo Regolamento (CE) n. 1221/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio, entrato in vigore nel gennaio 2010, in sostituzione del precedente Regolamento Comunitario EMAS del 2001, è un sistema di certificazione che riconosce a livello europeo il raggiungimento di risultati di eccellenza nel miglioramento ambientale.
Le organizzazioni che partecipano volontariamente si impegnano a redigere una dichiarazione ambientale in cui sono descritti gli obiettivi raggiunti e come si intende procedere nel miglioramento continuo.
La registrazione di una organizzazione è eseguita dal Comitato EcoLabel – EcoAudit, con il supporto tecnico di ISPRA e delle ARPA regionali, coadiuvato da un organo di registrazione accreditato per la predisposizione della dichiarazione ambientale ed il supporto per la strutturazione di un SGA.
Differenze tra EMAS e ISO 14001
EMAS e ISO 14001 presentano scopi e requisiti simili, ma EMAS va oltre nel richiedere maggiori garanzie di conformità legislativa e la comunicazione all’esterno degli impegni presi nei confronti dell’ambiente, prevedendo, per le organizzazioni che si certificano o che mantengono le registrazione, incentivi economici statali e regionali e diverse forme di semplificazione amministrativa.
Gli ulteriori elementi di cui le organizzazioni che applicano il sistema EMAS devono tener conto sono:
» una Analisi Ambientale Iniziale (AAI), onde individuare e valutare gli aspetti ambientali e gli obblighi normativi applicabili in materia di ambiente;
» il rispetto degli obblighi normativi, dimostrando di provvedere all’attenzione della normativa ambientale, comprese le autorizzazioni e i relativi limiti;
» effettive prestazioni ambientali dell’organizzazione con riferimento agli aspetti diretti e indiretti rilevati nell’analisi ambientale, impegnandosi a migliorare continuamente le proprie prestazioni;
» partecipazione del personale, coinvolto nel processo finalizzato al continuo miglioramento delle prestazioni ambientali dell’organizzazione;
» comunicazione con il pubblico e le altre parti interessate, attraverso la pubblicazione della Dichiarazione Ambientale.
Flora, fauna e funghi
Dante Alighieri definisce il luogo in cui ha inizio il suo viaggio ultramondano “selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinnova la paura” riferendosi alle foreste che all’epoca ricoprivano le vaste aree collinari e montane interne o del litorale toscano. E la conoscenza di quali specie fossero presenti è ricavabile tramite i vecchi diari di viaggio, i dipinti, gli erbari, gli oggetti in legno realizzati dagli artigiani del passato.
FLORA
La foresta nel territorio di Monterotondo marittimo rappresenta il 72% della superficie ed e’ occupata da boschi con prevalenza di specie caducifoglie come Cerro (
Quercus cerris) e Roverella (
Quercus pubescens) Ad altitudini più elevate, invece, la specie più rappresentativa è il Castagno (
Castanea sativa) consociato ad altre specie come il Carpino nero (
Ostrya carpinifolia) e la Robinia (
Robinia pseudoacacia).
La vegetazione predominante è quella della macchia mediterranea.
Si tratta di una formazione vegetale in cui prevalgono arbusti, alberi di piccola e media grandezza con specie che si adattano bene alla siccità (
specie xerofile) e alle alte temperature (
specie termofile).
Secondo la classificazione fitoclimatica precedentemente descritta, queste zone prendono il nome da una pianta, l’alloro (
foto), caratterizzando la fascia del cosiddetto Lauretum.
Tra le specie più rappresentative si trovano il Lentisco (
Pistacia lentiscus), Corbezzolo (
Arbutus unedo), rosmarino (
Rosmarinus officinalis), ginepri (
Juniperus ssp.), olivastri (
Oleastro ssp.); frequenti anche Ginestra (
Spartium junceum), Oleandro (
Nerium oleander) (
foto), eriche (
Erica ssp.), Agrifoglio (
Ilex aquifolium), Fillirea (
Phillyrea angustifolia), Mirto (
Myrtus communis) e Alaterno (
Rhamnus alaternus).
Oltre alle specie arbustive, ci sono le specie arboree quali: il Leccio (
Quercus ilex); la Sughera (
Quercus suber), nell’area dell’oasi di Orbetello se ne possono ammirare magnifici esemplari; il Pino domestico (
Pinus pinea) e il Pino d’Aleppo (
Pinus halepensis), quest’ultimo particolarmente resistente alle alte temperature, all’ aridità e al vento.
FAUNA
La fauna selvatica presente nei nostri boschi annovera specie come il cinghiale, che lascia un po’ ovunque il segno della sua presenza rappresentato in maggior parte dagli insogli e dai segni sui tronchi degli alberi ai quali amano grattarsi. Numerosi anche caprioli, volpi, tassi ed istrici. La fauna ha inoltre da sempre rivestito un’importanza rilevante per l’alimentazione.
La cacciagione comprendeva infatti starne, lepri, fagiani, cervi, cinghiale e caprioli, ed ancora, tordi, merli, passerotti, beccafichi, fringuelli ed allodole.
Il ghiro è stato cacciato per scopi alimentari, infatti uno dei nomi inglesi di questa specie è "Edible dormous", letteralmente "dormiglione commestibile".
Gli uccelletti allo spiedo, intercalati con pane, salvia, alloro e lardo di maiale, divennero un piatto assai frequente anche sulle tavole dei borghesi ed entrarono a pieno titolo nel quadro della cultura gastronomica italiana grazie anche all’opera di Pellegrino Artusi (
“Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” pubblicata per la prima volta nel 1891 e tutt’oggi ristampata).
Presenti anche rapaci diurni come Poiana e Biancone, oltre che numerosi passeriformi che si odono nel bosco come capinera, sterpazzola, pettirosso, cinciarella e picchio verde.
FUNGHI
Se l’autunno e’ caldo e piovoso nei boschi di Monterotondo Marittimo i funghi compaiono ovunque.
Le bellissime macchie di quercia, cerro, frassino e scopa, sono il regno incontrastato dei porcini e degli ovuli buoni delle mazze di tamburo (pupole)e dei giallarelli.
I castagneti di collina, i querceti a foglia caduca e i lecceti delle colline Metallifere e della Maremma sono i luoghi per antonomasia più battuti dai raccoglitori.
E’ il tempo dei funghi, dei porcini (Boletus edulis, B.aereus, B. pinicola,degli ovoli (Amanita cesarea) ma anche delle pericolose amanit e A.phalloides, A.pantherina, delle innumerevoli specie di cortinari dalla commestibilità sconosciuta, tra i quali spicca il mortale Cortinarius orellanus, delle piccole ed infide lepiote.
Dalla fine di ottobre la ricerca si concentra nei luoghi più soleggiati dove la temperatura si mantiene più calda.
Qui le "buttate" generose di Hygrophorus penarius, Hygrophorus russula (lardaioli bianchi e rossi), Cantharellus lutescens (finferli), Cantharellus cornucopiae (trombetta dei morti) e Leccinum lepidum ci accompagnano fino alla fine dell’anno.